Sono solo parole

Parole che scorrono, parole che fluiscono, parole mangiate, parole trattenute, parole che feriscono, parole che supportano, parole al vento.

Parole sentite, parole ascoltate, parole dette. Parole che creano, parole che distruggono. Parole pulite, parole sporche, parole utili, parole inutili. Parole buone, parole cattive, parole amorevoli, parole giudicanti.

Semplici sillabe che accorpate e poi pronunciate possono cambiare il corso delle cose, collegare o scollegare, generare punti di incontro o di separazione.

Eppure nonostante l’evidente importanza, non prestiamo loro la giusta attenzione, pronunciandole spesso con incuranza.

Le parole plasmano, in bene o in male; tendono a produrre le condizioni fisiche e gli atti ad esse collegate, che a loro volta evocano immagini ad esse corrispondenti, richiamando a cascata emozioni e sentimenti correlate.

Ed è proprio per questa ragione che possiamo decidere cosa vogliamo portare alla luce, anche quando pronunciamo le peggiori. Non ne faccio una questione morale, bensì una questione di consapevolezza. Essere consapevoli di quali parole scegliamo è ciò che può fare la differenza, non solo verso l’esterno, ma anche e soprattutto verso noi stessi, così da iniziare ad assumerci la responsabilità di cosa quelle stesse parole possano generare, perché dipende solo da noi, è in nostro potere ed è una nostra scelta personale, di cui spesso non siamo affatto coscienti.

Quindi da oggi provate a prestarci attenzione e domandatevi ogni tanto, ciò che sto per dire a me stesso o all’altro costruisce ponti o muri? Genera o distrugge?

Basterebbero già queste domande per iniziare e sceglierle con cura, perché c’è una sostanziale differenza tra dirle a caso, lasciarle emergere di pancia o pronunciarle con intenzione e l’intenzione implica una scelta deliberata, una riflessione iniziale, per un “tendere a” per nostro volere.